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Le piante d'appartamento

DI REONE IN REONE NEWS - 20/10/2021

Capita molto frequentemente che le condizioni in cui le nostre piante da appartamento vivono non siano proprio ottimali, poiché l’ambiente in cui viviamo è spesso assai diverso da quello ideale alla vita ve­getale, in modo particolare per quanto ri­guarda l’umidità dell’aria, realizzabile sol­tanto in serra. E’ necessario tenere presenti le particolari necessità di aria, umi­dità, luce e del tipo di terreno adatto, va­riabile da pianta a pianta. Il resto di­pende dal buon senso e dall’applicazione di norme elementari che sono note a tutti, dato che raramente possiamo permetterci una serra dove spostare le piante se queste accusano dei problemi.

I luoghi in cui viviamo sono in genere troppo asciutti per le piante, specie quando vi sono impianti di riscaldamento centraliz­zato; le stufe a cherosene variano di poco l’umidità dell’aria, ma l’opposto si verifica con l’impiego di combustibili solidi o di gas, a meno che non vengano installati degli umidificatori. Il rimedio consiste nel creare un favorevole microclima attorno alle piante e il siste­ma più semplice per realizzarlo consiste nel mettere il vaso della pianta all’interno di un altro vaso più grande. Riempiamo lo spazio vuoto tra le pareti dei due recipienti con sabbia o torba in modo da tenerle costantemente umide. Siccome l’acqua evapora, la pianta viene ad essere avvolta dal pur tenue vapore che si sviluppa e le sue foglie possono usufruire di un’oasi d’aria umida, anche se tutta l’aria attorno è secca.

Nonostante queste precauzioni vi sono degli ambienti, in un appartamento, che sono proprio inadatti per le piante, come spesso succede nelle vicinanze dei radiatori dei termosifoni perché troppo caldi: altri luoghi sono inadatti perché troppo asciutti. Anche se la temperatura dell’ambiente può sembrare adatta alla pianta, una continua corrente d’aria fredda avrebbe su di essa effetti molto dannosi; la pianta inizierebbe a perdere foglie e probabilmente mo­rirebbe, sicché è bene stare attenti al manifestarsi di tali segnali.

Poi bisogna tener presente che le piante se­guono propri cicli naturali che dipendono fondamentalmente dalle variazioni sta­gionali della temperatura, dell’intensità e della durata dell’illuminazione. È evidente che le piante d’appartamento avvertono meno di queste modificazioni, tuttavia non è raro vedere piante che crescono floride senza però fiorire a causa di un’illuminazione troppo scarsa o troppo violenta. Bisogna dunque considerarne l’ubicazione nella casa: in primavera, la stagione di maggiore attività vegetativa, le piante aumentano le proprie richieste di tutto ciò che necessita loro per l’accrescimento tra cui, fondamen­tale, la luce. Se sono collocate in angoli bui, è meglio spostarle in modo che possano go­dere dei primi giorni di sole, ma fate atten­zione che la luce convogliata dai vetri non le danneggi: alcune specie sono infatti particolarmente sensibili, al punto da perdere la colorazione fogliare.

Durante l’inverno sono state ridotte le ferti­lizzazioni e le irrigazioni: è questo il mo­mento di riprendere a poco a poco il rit­mo normale; infatti, mentre nei mesi freddi era sufficiente innaffiare le vostre piante circa una volta ogni tre giorni, ora che esse riprendono l’attività vegetativa dovete ri­spondere alle particolari esigenze di ognu­na. Se la pianta si presenta carente d’acqua e il terreno tende ad asciugarsi velocemente, potete mettere il vaso a “bagno maria” in uno più grande riempito d’acqua in modo che l’assorbimento sia continuo. Allo stesso modo è importante aumentare la cadenza delle fertilizzazioni, che mentre durante l’inverno erano poco o per nulla necessarie, durante la primavera è opportuno siano effettuate almeno una volta al mese o anche più spes­so secondo le specifiche occorrenze della pianta. State però attenti a non eccedere nelle dosi per non bruciare le radici o le fo­glie; se questo caso purtroppo si verificasse, fate un’abbondante innaffiatura per diluire il fertilizzante.

Un caso particolare è costituito dalle piante grasse: esse si ridestano da un periodo di completa inattività, quindi la ripresa delle innaffiature e delle fertilizzazioni deve esse­re graduale e le quantità sempre limitate; si inizierà inumidendo leggermente il terreno per stimolare il risveglio delle radici e si au­menterà poi progressivamente la dose.

Dovete inoltre effettuare una pulizia della pianta rimuovendo le foglie cadute e quelle parzialmente inaridite: non abbiate timo­re, le ferite si cicatrizzeranno in fretta. Ac­corciate i rami delle rampicanti, soprattutto se sono malati o secchi, e ricorrete pure alla cimatura affinché si moltiplichino i ramoscelli sottostanti per aumentare la fittezza e la rigogliosità della pianta stessa. Sostituite, se necessario, il tutore delle piante e applicate­ne a quelle che ne avessero bisogno; ne esi­stono in commercio in bambù o plastica di tutte le lunghezze e forme e ve ne sono anche tipi specifici per le rampicanti circondati di uno strato di materiali vari (muschio, paglia, ecc.). Dovrete interrare bene il tutore e le­garvi stabilmente la pianta utilizzando ma­teriale non troppo visibile.

La polvere che si deposita sulle foglie può ostruirne i pori, impedendo così la respira­zione: pulite le foglie con un batuffolo di cotone imbevuto d’acqua o con i prodotti ap­positamente esistenti e ripetete questa ope­razione costantemente. Alcune specie, come la Vriesia, emettono nuovi germogli collegati alla pianta madre tramite le radici: tali indi­vidui possono essere separati e piantati in altri vasi in cui cresceranno autonomamen­te. Al fine di mantenere la massima quantità di terra possibile attorno alle radici è meglio estrarre i nuovi individui dopo aver tirato fuori la pianta madre dal vaso e ripiantare in se­guito quest’ultima e i nuovi getti secondo la tecnica classica.


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